Viaggio di 2 giorni a Palermo, tra opere, musei d’arte moderna e street food!

Se siete alla ricerca di un’esperienza di viaggio unica ed emozionante, date un’occhiata al riassunto del mio viaggio di 2 giorni a Palermo!
Esplorerò la bellissima città di Palermo con le sue opere, i suoi musei d’arte moderna e il suo delizioso street food.

Questa città mi ha colpito subito la sua matericità, qui siamo lontanissimi da una città minimalista, tutto è colorato, mixato e rielaborato, quello che ne risulta è un bellissimo caos.

Cosa vedere il primo giorno?

La Fontana Pretoria, conosciuta anche come Fontana della Vergogna. La sua storia è parecchio curiosa, originariamente doveva stare a Firenze, ma il suo proprietario sommerso dai debiti fu costretto a vendere tale opera alla città di Palermo. Anche se sembra incredibile, la fontana venne smontata, caricata su una nave e trasportata via mare fino a giungere in terra siciliana.

Nei dintorni troviamo l’incrocio dei Quattro Canti, indicati anche come “il teatro del sole” perchè durante il giorno almeno una delle quattro facciate è illuminata dal sole. Questa piazza unisce le due vie principali di Palermo, e da il via a 4 quartieri: la Kalsa, il Capo, la Loggia e l’Albergheria.

Passeggiando per la città, una tappa d’obbligo è la Chiesa di San Cataldo, un piccolo capolavoro architettonico, un mix arabeggiante e occidentale. Le pareti sono nude, prive di ogni decorazione. A rendere ancora più preziosa la chiesetta contribuisce il pavimento dai colori straordinari. Oggi la chiesa non è più utilizzata come luogo sacro ma è la sede dell’Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Palermo è affascinante per i mix che si sono creati nel tempo, proprio a pochi metri dalla chiesa di San Cataldo c’è la Chiesa della Martorana completamente diversa e ricca. L’aspetto che più mi ha colpito è la presenza di questi incredibili mosaici, sono stati completati prima del 1151 e sono i più antichi di tutta la Sicilia. Questa chiesa prende il nome da Eloisa Martorana, fondatrice del convento delle monache benedittine, ma di questo parleremo più avanti.

Un altra tappa che vi consiglio è il Mercato Ballarò. In questi mercati storici si può acquistare di tutto un po’, ma soprattutto frutta, verdura, pesce, carne e tanto tanto street food locale. Le urla chiassose dei venditori sono una vera tradizione popolare, infatti mi sono divertito parecchio a passeggiare lungo queste vie.

Uno dei pezzi da 90 che questa città offre è il Palazzo dei Normanni. All’interno è possibile visitare molti spazi, quelli che mi sono piaciuti di più sono la Sala di re Ruggero, se dovessi descriverla con una sola parola direi subito “folgorante” per la presenza di così tanto oro. Sulle pareti si presentano in coppia creature reali e mitologiche. I pavoni sono simbolo di eternità, I leoni rappresentano la forza, mentre i leopardi ricordano gli animali esotici che i sovrani tenevano in segno di prestigio.

Sempre all’interno del Palazzo dei Normanni si trova la Cappella Palatina, la cosa che mi ha colpito di più non è solo l’aspetto artistico di questa cappella, ma il mix di arti provenienti da artisti di origine diversa, anche qui un insieme di cultura araba e occidentale. Sempre parlando di mix, mi è piaciuto molto la presenza di una zona dedicata all’arte più moderna e contemporanea, che tra l’altro riesco ad apprezzare di più rispetto a quella storica – religiosa.

Consiglio una passeggiata davanti alla Cattedrale di Palermo, bellissima e imponente, personalmente ho apprezzato di più l’esterno che l’interno. Ci spostiamo dall’interno della città all’esterno, verso il mare, dalla zona del porto si può vedere il murales dedicato a Falcone e Borsellino.

 

Cosa vedere il secondo giorno?

Dentro il chiostro della Chiesa di Santa Caterina è possibile mangiare dolci fatti con le antiche ricette delle suore di clausura, una vera specialità. La frutta martorana è un dolce tipico siciliano che si prepara per le festività dei defunti. Frutta, ortaggi e anche pesci, vengono riprodotti in maniera artistica e golosa con la pasta di mandorle.

Visitando le botteghe artigiane della città, è molto facile imbattersi nelle teste di moro. Non so se conoscete la leggenda, è un’antica storia d’amore nata tra una siciliana e un moro arrivato dal mare. Questi due si innamorarono immediatamente al primo incontro, peccato però che il ragazzo teneva moglie e figlio in oriente. Lei andò su tutte le furie, lo uccise nel sonno e gli tagliò la testa e la trasformò in un vaso affinchè il suo amato rimanesse per sempre con lei. Piantò nel vaso del basilico che crebbe giorno dopo giorno con le sue lacrime suscitando l’invidia dei vicini che si fecero costruire dei vasi in terracotta simili alla testa del moro.

Torniamo alla ricerca di sapori tradizionali di questa città, tappa d’obbligo la “vucciria”, nel quartiere della Loggia. La Vucciria è un luogo nel quale il tempo sembra essersi fermato, dove ogni giorno è possibile girare tra i vari banchetti e sentire odori di vari alimenti come il pesce fresco, rumori e voci di venditori. Un piatto da provare sono le “stigghiole”, un piatto preparato con intestino di agnello, pecora e capretto.

Il Palazzo Chiaramonte è una visita che vi consiglio, la parte più affascinate è quella dedicata alle carceri dell’inquisizione spagnola e del Sant’Uffizio. Celle in cui i malaugurati prigionieri disegnavano e scrivevano sui muri con un mix tra saliva, urina e polvere di mattoni o carbone. Ci sono citazioni della Bibbia e dei salmi, così come pure poesie, le preghiere e la descrizione di alcuni frammenti di quotidianità della vita carceraria. Serve vedere queste cose per riflettere su cosa fa l’uomo, tanto razionali non siamo. Per gli amanti del genere, proprio qui si è svolto il delitto raccontato da Sciascia nel libro “la morte dell’inquisitore”.

Scoperta quasi per caso, la chiesa chiamata Santa Maria dello Spasimo, bellissima, senza soffitto, il ché la rende molto suggestiva.

A Palermo visita obbligata è la spiaggia di Mondello, quale migliore location per non assaggiare la vera brioche con gelato, super consigliata!

Spero che questo contenuto ti sia piaciuto, è stato un bel viaggio e se non siete mai stati a Palermo, un giretto ne vale la pena, soprattutto se siete appassionati di storia, arte e cucina siciliana.
Fammi sapere cosa ne pensi nei commenti qui sotto!

 

Andrea Verzola

Vedere, muoversi, guardare oltre ed evolvere. Avvicinarsi, trovarsi l’un l’altro e sentirsi. Mi chiamo Andrea Verzola, mi occupo di comunicazione visiva, attraverso l'uso della fotografia, del video e della grafica Non prediligo un liguaggio specializzato, sono specializzato nel non specializzarmi Essere versatili per me è un elemento chiave di professionalità Cerco il bello in tutte le cose, sia che mi trovi in un polveroso cantiere edile, sia che di fronte abbia il più bell'edificio. Ciò che quindi mi definisce meglio come fotografo è il mio spirito ottimista e positivo. Cambiare è la cosa più bella che si possa fare. Lavoro per diversi studi e aziende nel territorio italiano cercando di dare il mio massimo contributo creativo e professionale.

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