My Camera Bag: Sony a7r II recensione

Ormai il cambio è fatto, è arrivata nell’equipaggiamento questo nuovo corpo macchina, la Sony a7rII . I tempi corrono veloci, avevo necessità di una macchina che mi portasse ad un altro livello di qualità di dettaglio e capacità video rispetto alla mia precedente Canon 6d, e la scelta di puntare verso questo minuscolo corpo macchina, dopo aver passato notti insonni, è diventata realtà.

Nel web è pieno di informazioni molto contrastanti tra loro, cercherò di dare una mia personale visione di chi come me è passato da un sistema Canon ad un sistema Sony e lo usa per lavoro (spoiler: un casino). Questa recensione non è solo sul corpo macchina Sony a7r II, ma dedicata anche al flusso di lavoro e di come questa mirrorless influisce su di esso.

 

 

Sony a7rII macchina e qualità costruttiva

La cosa più evidente di tutte è sicuramente la dimensione, tutto è più piccolo e risulta essere più compatto. Nonostante questo, il feeling è quello di un corpo robusto e pronto a reggere giornate di shooting complesse. La vicinanza dei bottoni, se abituati ad un corpo macchina più grande, risulta essere un pò difficoltoso nei primi momenti, specialmente se come me si era abituati a Canon in cui tutti i tasti avevano un senso per posizione e spaziatura. Qui un pò meno, i tasti sono un pò troppo vicini. L’aspetto esterno è molto interessante, non da troppo nell’occhio e questo è un valore molto importante in quanto è possibile passare meno osservati durante il proprio lavoro, specialmente durante attività di reportage. L’altro lato della medaglia è che essendo molto piccola, non darete l’aspetto del professionista con la “macchina da guerra” e alcuni committenti potrebbero non essere convinti al primo impatto.

A me personalmente il suo look esterno mi piace un bel pò, ha qualche tratto vintage e tutto funziona a dovere, i tasti sono molti (oltre che alcuni sono programmabili) e non serve molto per farci la mano. Non sento la mancanza dell’LCD superiore a destra in quanto nel mirino elettronico trovo tutte le informazioni che mi servono. Al mirino elettronico bisogna abituarsi un attimo, se siete abituati con lo specchio all’inizio sembrerà tutto un pò strano, la possibilità di vedere lo scatto con la giusta esposizione però è qualcosa di veramente efficace, in pratica l’esposimetro non è più fondamentale. Questo riduce di molto la possibilità di errore, specialmente durante eventi live.

 

 

Qualità d’immagine

Mi riservo di aggiornare questa parte di testo tra qualche mese, obiettivamente le immagini che sforna questo corpo macchina variano in maniera molto pesante a seconda delle ottiche che si usano (ottiche sulla stessa fascia di prezzo e teoricamente della stessa qualità). I file RAW prodotti da questa macchina sono molto maneggevoli a livello di editing e permettono una grande possibilità di variazioni cromatiche, recupero ombre, lavorazioni sul dettaglio e finiture varie. I file pesano veramente molto (dai 40 mb RAW compresso a 80 mb RAW non compresso), questo non è un vero problema diretto, ma indiretto, ossia gli HD ed i NAS hanno un prezzo, ed archiviare il lavoro può essere molto costoso. Oltretutto lavorare file di questa dimensione ti obbliga ad avere computer da battaglia con molta ram e schede grafiche degne di nota.

Le immagini hanno una grana abbastanza visibile a partire dai 6400 iso, considero questa linea il muro da oltrepassare solo in caso di bisogno estremo.

Riguardo alla resa rispetto agli obiettivi è un discorso parecchio articolato, bisognerebbe valutare ogni singolo obiettivo. Ad esempio il 24-70 f4 Zeiss secondo il mio personale punto di vista restituisce immagini piatte e senza dettaglio e non vale assolutamente la pela a livello economico, al contrario il macro 90 mm f2.8 restituisce immagini con dettaglio superiore e dal piacevole bokeh. Di pancia mi viene da pensare che gli obiettivi Sony Zeiss non sono ancora all’altezza della macchina, forse nel momento in cui ci sarà più varietà di obiettivi nativi anche di altre marche (come Tamron e Sigma) ci sarà una competizione superiore sulla resa delle ottiche. Quello che vedo come soluzione percorribile in questo momento è avere sia lenti native Sony fisse (come il 50 mm e il 35 mm) mentre per gli zoom per ora meglio rimanere verso il mondo Canon con adattatori.

 

Video

I video prodotti da questa macchina sono veramente di una qualità allucinante, punto. Registrare in full hd a 50 fps in Slog2 permette una maneggevolezza in fase di montaggio che i file prodotti dalla Canon non si avvicinano minimamente. È una macchina che strizza l’occhio ad i professionisti, non è adatta ad un uso amatoriale in quanto i file vanno sempre rielaborati per dare il meglio di loro. La registrazione 4k è utile in caso di crop o di stabilizzazioni extra in fase di montaggio. Piccolo appunto, registrare con il sensore in super 35 da risultati ottimi, sia a livello di definizione che di gestione dell’iso e del buffer in scrittura. Personalmente registrare in full frame sfruttando tutti i megapixel non ha senso, significa che già a 800 iso i neri inizieranno a soffrire di troppo rumore.

 

Autonomia della batteria originale

Abbastanza scarse, obbligatorio avere un paio di batterie extra, ho trovato l’equilibrio con 4 batterie per coprire una giornata intera di shooting e/o di video making. Meno di 3 è abbastanza rischioso, con 2 non è possibile utilizzare la camera per l’intera giornata se ne fate un uso intenso. In questo caso meglio dotarsi di battery pack per allungare l’autonomia della macchina e fare un cambio preventivo delle due batterie a mezza giornata per limitare gli imprevisti.

 

Cose belle (grandi!)

  • solidità corpo
  • Peso
  • qualità video
  • dimensioni in pixel delle immagini
  • stabilizzazione interna
  • gamma dinamica
  • schermo parzialmente orientabile
  • aggiornamento firmware periodico
  • super 35 è una figata, ogni lente è “doppia” e un 35 mm magicamente diventa un 50 mm
  • mettendo in bianco e nero e sfruttando il mirino elettronico il mondo apparirà tutto più interessante

 

Sfighe varie (mannaggia a voi)

  • grana immagini esagerata a partire dai 6400 iso
  • tende tutto al verde
  • troppe opzioni, preferisco il poco ma buono
  • bisogna prestare maggior attenzione alla post produzione e alla fase di editing
  • velocità generale del software, troppo lenta in scrittura specialmente se si scatta in RAW non compresso, se siete interessati all’argomento vi invito a leggere questo articolo sulle schede sd
  • schermo non completamente orientabile
  • mannaggia a voi entra la polvere nel sensore solo a guardarla se trovo l’ingegnere che ti ha pensato cosi (…) ogni volta che cambi lente il sensore è alla luce del sole, ed essendo elettrostatico attira qualsiasi tipo di pulviscolo
  • girare video in modalità full frame non ha senso
  • foto raw troppo pesanti, una singola foto non compressa può pesare anche 80 mb
  • autonomia della batteria
  • slot singolo memory card sd

 

Conclusione

La Sony 7r ii è una macchina che consiglio? Per ora non riesco a dare una risposta senza incertezza, in quanto gli aspetti da tenere in considerazione sono molti, forse troppi. Nel caso dovete fare un cambio di corredo completo, non penso sia la scelta migliore da fare. Invece se cercate un ulteriore corpo macchina può essere una mossa vincente avere un altro Brand nel vostro corredo, e sfruttarlo quando può veramente dare il meglio di se, ad esempio nello still life e reportage “tranquillo” con una lente fissa da usare in accoppiata ad una Canon Mark III con un obiettivo Zoom.

Forse è questo il modo per sfruttare al meglio questa mirrorless, montarci una lente prima, ad esempio un 35 mm  e non smontarlo più cercando di capirne a fondo quando ha senso usarla e quando invece conviene avere la “tranquillità” di una reflex vecchia scuola con un bel 24-70 2.8.

Penso che il mondo della fotografia si sposterà tutto verso il mondo mirrorless, i vantaggi sono considerevoli e modello dopo modello il bilancio dei pro/contro rende sempre più sfavorite le “vecchie” reflex, nel momento in cui entreranno altri marchi produttrici di lenti in questo segmento diventerà tutto più appetibile e meno di nicchia. Quindi è solo una questione di tempi di ascesa di questo tipo di prodotti.

Andrea Verzola

Vedere, muoversi, guardare oltre ed evolvere. Avvicinarsi, trovarsi l’un l’altro e sentirsi. Mi chiamo Andrea Verzola, mi occupo di comunicazione visiva, attraverso l'uso della fotografia, del video e della grafica Non prediligo un liguaggio specializzato, sono specializzato nel non specializzarmi Essere versatili per me è un elemento chiave di professionalità Cerco il bello in tutte le cose, sia che mi trovi in un polveroso cantiere edile, sia che di fronte abbia il più bell'edificio. Ciò che quindi mi definisce meglio come fotografo è il mio spirito ottimista e positivo. Cambiare è la cosa più bella che si possa fare. Lavoro per diversi studi e aziende nel territorio italiano cercando di dare il mio massimo contributo creativo e professionale.

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