Aiuto, perchè le foto stampate sono venute sgranate?

Ti sarà capitato, almeno una volta nella vita di stampare una fotografia e notare subito, a colpo d’occhio, che la foto è venuta “sgranata”, è capitato a tutti, anche a me! Per “immagine sgranata” si intende quella fotografia con poca definizione e dettaglio, che appare con un aspetto poco piacevole e croccante.

Un risultato che chi scattava a pellicola conosceva bene, era un effetto con un effetto romantico e misterioso, ma con l’avvento del digitale e del suo modo di costruire i file è diventato di un difetto che è meglio ridurre al minimo.
Non preoccuparti, con questo articolo cercherò di spiegarti come prevenire questo problema spiegandoti le principali cause, partiamo!

Partiamo dal concetto principale, la risoluzione di una fotografia

Ogni immagine che scattiamo con un sensore digitale, che sia di uno smartphone entry-level oppure una fotocamera medio formato professionale, ogni file avrà una dimensione specifica misurata in pixel ed una sua densità (che altro non sono che quadratini di colore singolo e uniforme accostati l’uno all’altro con una densità definita). Quando si parta ad esempio di un sensore da 12 megapixel significa che ogni immagine digitale fatta con questo tipo di sensore avrà una risoluzione di 4000 x 3000 pixel, la moltiplicazione infatti da come risultato 12 milioni di pixel, ossia in gergo 12 megapixel 🙂

 

Qual è la causa di una foto sgranata?

La causa principale di una fotografia sgranata è dovuta alla dimensione del supporto di stampa che non corrisponde alla dimensione del file digitale. Nello specifico quando la “risoluzione” del file digitale è inferiore alla “dimensione” del supporto fisico l’immagine risulterà “sgranata”.

Per esempio, se stiamo stampando una fotografia su un foglio A4 la risoluzione minima per il file digitale è appunto la dimensione del foglio a4. Per essere precisi ma senza entrare troppo nel tecnico, una foto digitale per essere stampata correttamente su a4 deve avere risoluzione almeno di 1240 x 1754 (a 150 dpi). Sopra questa risoluzione tutto bene, come si dice da noi, tutto grasso che cola, mentre sotto questa risoluzione l’immagine è di dimensione inferiori del supporto per cui più diminuirà la risoluzione, più la foto inizierà ad apparire “a quadrettoni”. Questo perché, dato che non abbiamo pixel a sufficienza da distribuire sulla superficie del foglio, il software si inventa in tutti i sensi i pixel mancanti, in gergo interpolazione, e questi pixel vanno a diminuire il dettaglio naturale dell’immagine.

Immagino che se non sei del mestiere il concetto qui sopra sia poco familiare e un pò articolato, la cosa importante che devi tenere a mente è che quando scattiamo una fotografia digitale ogni foto ha una dimensione ben definita (altezza, larghezza, densità). Più alta è questa dimensione meno problemi di foto sgranate avremmo ma ci sarà sempre un limite fisico oltre il quale non andare.

*tecnicamente non è precisissima come spiegazione in quanto non tiene conto di DPI/PPI, ma la spiegazione fatta qui sopra ha una valenza generica corretta nella maggior parte dei casi.

 

Come prevenire questo problema?

Per tenere alta la risoluzione delle fotografie in fase di scatto di solito ci sono all’interno del menù impostazioni un selettore in cui è possibile selezionare qualità “alta” o “fine” che corrispondono appunto alla massima risoluzione disponibile.

Se fate questo siete arrivati a metà strada dell’opera, ora bisogna capire come viene gestito il file ed il flusso di stampa, ossia come viene gestita la vostra immagine e come fa a passare dalla vostra macchina fotografica alla stampante.

Sapevate che quando inoltrate dei file attraverso Whatsapp o dispositivi di messaggistica la risoluzione dei file cala drasticamente? Oppure quando scaricate foto direttamente da album fotografici di Facebook avete notato che colori e nitidezza sono molto diversi rispetto alla fotografia originale?

Ecco questo è il secondo passaggio da fare con molta attenzione.

Alcuni suggerimenti per prevenire la degradazione dei file:

  • scatta fotografie alla massima risoluzione disponibile
  • quando modifichi le foto controlla che l’applicazione non riduca la risoluzione dei file
  • esporta e salva le immagini nella risoluzione più alta possibile
  • non utilizzare foto provenienti da Whatsapp o Facebook ma prediligi se possibile le foto originali
  • prediligi software per la condivisione delle immagini che non comprimano il file, come ad esempio WeTransfert o Telegram

 

Ho cancellato per errore l’originale e ho solo la foto caricata su WhatsApp, si può risolvere?

No, o per lo meno a meno che non ci affidiamo a software di rielaborazione digitale molto specifici, una foto una volta compressa e ridotta di risoluzione non è possibile riportarla a dimensioni originale. In ogni caso per quanto il software sia performante, i pixel che andranno aggiunti all’immagine saranno sempre artificiosi e non originali.

 

Anche se è sgranata mi piace, posso stampare lo stesso?

Puoi stampare benissimo i tuoi file ma tieni presente che la foto potrebbe apparire esteticamente non piacevole, quindi devi essere pronto ad accettarlo.

Una possibile soluzione è ridurre la dimensione del supporto di stampa, quindi se sappiamo che la foto non ha una gran definizione al posto di stampare su un A3 si potrebbe prediligere un formato più piccolo, ad esempio un 10×15.

Spero che questo articolo sia stato di tuo gradimento, se hai dubbi scrivimi pure qui sotto 🙂

Andrea Verzola

Vedere, muoversi, guardare oltre ed evolvere. Avvicinarsi, trovarsi l’un l’altro e sentirsi. Mi chiamo Andrea Verzola, mi occupo di comunicazione visiva, attraverso l'uso della fotografia, del video e della grafica Non prediligo un liguaggio specializzato, sono specializzato nel non specializzarmi Essere versatili per me è un elemento chiave di professionalità Cerco il bello in tutte le cose, sia che mi trovi in un polveroso cantiere edile, sia che di fronte abbia il più bell'edificio. Ciò che quindi mi definisce meglio come fotografo è il mio spirito ottimista e positivo. Cambiare è la cosa più bella che si possa fare. Lavoro per diversi studi e aziende nel territorio italiano cercando di dare il mio massimo contributo creativo e professionale.

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